La Chiesa, Sposa di Cristo, ha ora un nuovo Papa: Leone XIV. Come era prevedibile, la sua elezione ha suscitato un'ondata di analisi, giudizi affrettati, dichiarazioni audaci e, purtroppo, molte critiche irresponsabili in ogni angolo di internet, nei giornali e sui social. Molti già presumono di sapere cosa farà il Papa, cosa approverà o condannerà, con chi si alleerà o da chi si separerà. Parlano come se leggessero il cuore del Santo Padre, come se potessero prevedere ogni sua decisione e anticipare ogni sua parola.
Questo testo è un appello alla ragione, alla fede e alla riverenza che dobbiamo non solo all’uomo che occupa la Cattedra di Pietro, ma anche al mistero stesso della Chiesa di Cristo.
La figura del Papa nella Chiesa
Il Papa è il Vicario di Cristo sulla Terra. Non è un capo politico, né un semplice leader religioso tra tanti. La sua missione è unica: confermare i fratelli nella fede, custodire il deposito della fede e guidare il gregge di Dio verso la salvezza.
È chiaro che il Papa è umano. Come ogni essere umano, può sbagliare nei giudizi prudenziali, nelle scelte amministrative, nelle decisioni non infallibili. Ma ciò non ci autorizza ad attacchi, mormorazioni e giudizi temerari.
L’obbedienza al Papa, quando parla in conformità con il Magistero della Chiesa, è un dovere del cattolico. Ma anche quando sorgono dubbi, inquietudini o possibili errori non dottrinali, la reazione del fedele deve essere guidata dalla carità, dalla verità e dalla tradizione.
Ciò che vediamo, però, è una ripetizione di quanto accade con ogni nuovo pontificato: speculazioni, paure, isterie e — cosa più grave — divisioni alimentate da chi dovrebbe essere lievito di unità.
Le voci della critica affrettata
Nell’era digitale, tutti vogliono essere commentatori. Tutti vogliono “spiegare” il Papa prima ancora di ascoltarlo. Coloro che già lo condannano prima di un qualsiasi importante pronunciamento pubblico, dimenticano che, agendo così, rischiano di combattere non solo un uomo, ma l’azione stessa dello Spirito Santo.
Sì, perché è stato lo Spirito di Dio a guidare il Conclave. E se credi nel potere della preghiera della Chiesa — specialmente quella dei cardinali riuniti in preghiera per eleggere il successore di Pietro — allora devi credere che l’eletto è colui che Dio ha permesso, e su di lui ora grava il peso della responsabilità e della grazia del ministero petrino.
L’esempio di Santa Caterina da Siena
E se, eventualmente, vi fossero degli errori — lo ripeto, errori prudenziali o anche personali — quale deve essere l’atteggiamento del vero cattolico?
Torniamo alla storia della Chiesa. Consideriamo l’esempio di una donna straordinaria: Santa Caterina da Siena.
Questa santa, dottore della Chiesa, visse in tempi turbolenti. Scrisse direttamente al Papa, che allora risiedeva ad Avignone, chiedendogli con fermezza di tornare a Roma. Caterina non fu complice degli errori; ma non fu neanche irrispettosa. Correggeva con carità. Soffriva con la Chiesa, digiunava, pregava e si sacrificava per il Papa, anche quando lo ammoniva.
Questo è lo spirito che deve animarci. Non lo spirito della rivolta, dello scandalo o della superbia teologica, ma il fervente zelo per la Verità, unito all’obbedienza alla Santa Madre Chiesa e alla fiducia in Dio.
Il rischio dello spirito scismatico
Cari fratelli, è molto facile cadere nella tentazione del fariseismo. Molti cattolici rischiano di diventare giudici della Chiesa, mettendosi al di sopra del Papa, del Magistero e persino della Rivelazione stessa.
Questo è lo spirito scismatico: la disobbedienza mascherata da purezza dottrinale. La carità abbandonata in nome della presunta ortodossia.
Dobbiamo vegliare. Il vero cattolico ama la verità, certo, ma mai al di fuori della carità. E la carità conduce all’umiltà. Se il Papa dovesse sbagliare — e ripeto, sbagliare davvero, in modo oggettivo e verificabile alla luce della dottrina — allora dobbiamo agire come hanno agito i santi: con preghiera, con rispetto, con suppliche e, se necessario, con correzione rispettosa e pubblica, ma sempre in modo ordinato, senza scandalo e senza distruggere l’unità del Corpo di Cristo.
Preghiera e vigilanza
Ciò di cui abbiamo più bisogno ora è pregare. Pregare molto per il nuovo Papa. Che lo Spirito Santo lo assista. Che la Madonna, Madre della Chiesa, lo protegga. Che sia fedele alla missione che gli è stata affidata. E che noi, pecore del gregge, siamo anche fedeli: fedeli a Cristo, fedeli alla Chiesa, fedeli alla Verità e alla Carità.
Internet non è il luogo dei giudizi temerari, degli attacchi personali, delle teorie del complotto. Dobbiamo dare testimonianza e difendere la fede con autentico spirito cattolico.
Conclusione
Leone XIV è il nuovo Papa. Che tu lo veda come un segno di speranza o come una possibile fonte di inquietudine, ricordati: la Chiesa è di Cristo. E Lui ha promesso: le porte degli inferi non prevarranno.
Fidiamoci. Preghiamo. E restiamo saldi nella fede, costanti nella speranza e ardenti nella carità.
Siamo, come Santa Caterina da Siena, fedeli alla verità e fedeli alla Chiesa.
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