Santa Elisabetta del Portogallo aveva un paggio molto virtuoso e pio, al quale affidava la distribuzione delle sue elemosine. Un altro paggio, che ambiva a quell’incarico ed era molto invidioso, lo accusò presso il re di un grave delitto, di un peccato molto vergognoso. Il re credette alle menzogne del paggio malvagio e decise di far uccidere il giovane paggio della santa regina.
Ordinò a un uomo che possedeva una fornace da calce di gettare nel fuoco il primo servo che fosse venuto a chiedere se gli ordini del re fossero stati eseguiti.
Subito dopo mandò il giovane paggio a portare il messaggio al padrone della fornace. Il ragazzo partì immediatamente; ma passando davanti a una chiesa e sentendo suonare per la Messa, decise di assistervi prima di proseguire.
Mentre egli assisteva alla Messa, il re, impaziente di sapere se fosse morto, mandò il paggio calunniatore a chiedere all’uomo della fornace se avesse eseguito l’ordine del re. Corse così in fretta che arrivò per primo alla fornace e, dopo aver consegnato il messaggio, l’uomo lo gettò immediatamente nel fuoco.
Era già in fiamme quando, poco dopo, arrivò il paggio della regina, che aveva assistito all’intera Messa, e chiese se l’ordine del re fosse stato eseguito.
Ricevuta una risposta affermativa, corse al palazzo per comunicarla al re.
Vedendo il ragazzo, il re rimase sbalordito e comprese i segreti disegni della Divina Provvidenza, che aveva permesso la punizione del colpevole e la salvezza dell’innocente.
Un bambino di nome Renato, al quale il padre raccontò questo episodio, ne rimase così colpito che non solo desiderò ascoltare molte Messe, ma anche diventare sacerdote per poter celebrare per gli altri il santo Sacrificio
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